Scrivo dunque sono

Scrivere di quello che si conosce
Mica tutti hanno fatto diecimila cose come Hemingway, guerre, avventure amorose, campagne di caccia etc. La quotidianità è grigia e noiosa. Posso raccontare di quella volta che mi è saltata la corrente quando ho tentato di rendere croccante del pane in un forno a microonde? Non è la stessa cosa che raccontare di vicende movimentate alla Hemingway! Eppure Carver raccontando del banale ci ha tirato su una bella consacrazione, lode al minimalismo. Bill Walsh quando sceneggiava Mickey Mouse mica frequentava topi alti due metri al bar di guerre stellari eh?!

Lo scrittore conosce, sa e quindi può dire la sua
Certo mica lo scrittore è uno che insegna economia alla Bocconi o fa il Chirurgo al Regina Margherita. Si arrabatta a fare tutti i mestieri, del resto nemmeno i ministri che occupano cariche pubbliche non è che siano sempre “imparati” quando vengono messi in quei meandri di potere eh!

Il Plot
Intreccio, trama di un film o di un romanzo. Mica c’era bisogno di chiederlo a Google eh! Ma se scrivo allora parto dai personaggi o dal plot? Se scrivi devi preoccuparti di creare un tessuto connettivo, lo hai mai visto un cavo di rete dall’ interno? Si intreccia a coppie di cavi che non esclude nessun colore! Basta avere una idea forte, la spina dorsale del dinosauro, il midollo centrale. Intorno dobbiamo metterci la ciccia. Sempre tenendo presente che godo della massima libertà espressiva

Il romanzo non è una caserma
Il narratore fortunatamente se non vuole non è obbligato a fare il generale con il suo testo. Ha dalla sua numerose tecniche per andare avanti e indietro e per aggirare i problemi e risolverli alla Wolf. Contano di più l’inferno o il purgatorio o i suoi affiliati? Parliamo delle tensioni interne di questi personaggi, sorreggiamoli, mostriamoli mentre vanno a fondo o mentre cercano di ritornare in superficie senza riuscirci.

Ma se sono frammentario, come faccio a creare l’intonaco?
Se ci sono tante isole perchè funziona bene l’arcipelago? Facciamo lo stesso, partiamo dalla frammentazione per unire tutti i puntino da uno a cento! Lo scrittore alterna metodo e delirio e sa prendere il meglio da entrambi!

Scrivere e riscrivere
Hai raccontato di una bella scena che non funziona? Riscrivila! Ma poi perché la inserisci? Ti piace un enunciato e lo trovi psicoespressivo come liberazione anche della tua voce interiore? Ma la scena serve all’ economia del racconto? Perchè non la molli proprio anzichè perderci sopra tanto tempo?

Ma quanto devo farla lunga?
Fai fatica a costruire dieci pagine, figurati seicento! Mica puoi programmare tutte le cartelle, la fine di una storia si sente e magari volevi solo divertirti a scrivere un racconto!

Il lettore è masochista
Ma il lettore vuole essere battuto con un frustino di fronte a un testo di mille pagine? Eppure un libro come l’ombra dello scorpione diventa un capolavoro commerciale che non appesantisce nessuno, come mai? Esistono formule alchemiche che tengono leggero il testo anche quando ci sono numerosi cadaveri accoppati con modalità traculente che reclamano un colpevole? Tutto quel sangue e tutta quella prosa non stancano?

Ok hai la prima stesura dopo dieci anni e ora?
Adesso devi scrivere e riscrivere, magari dopo aver lasciato fermentare il mosto per un lungo periodo. Lasciare raffreddare il nostro capolavoro chiedi all’ intonaco. Aspettiamo che bolli da solo quando è pronto.

Ma quello che hai scritto è davvero buono?
Cortazar chiama le intuizioni dello scrittore INTRAVISIONI. Sono frammenti che reclamano uno spazio autonomo. Quella sagoma che senti viva alle tue spalle presente sulla poltrona che quando ti giri non è mai esistita, è una emozione di terrore forte? Allora sei obbligato a parlarne scrivendo e se lo hai fatto ti sei liberato di qualcosa che ti disturbava a fondo!